Dev'essere la sesta o settima volta che viene annunciata la rinascita della Democrazia Cristiana, partito che, sommando destra, centro e sinistra, è stato per quasi mezzo secolo rappresentativo del Paese, insediandosi nel tessuto sociale e nelle sue contraddizioni più di qualunque altro abbia preteso, dopo, di captarne l'eredità. Ora parrebbe essere il turno di un nucleo che ha deciso di chiamarsi proprio così, avendo acquistato il simbolo, anche se più di uno scudo, si potrebbe parlare di un lenzuolo crociato. Nomi? Alla presentazione a Modena, proprio il giorno di uscita del settimanale, sono intervenuti il vicesegretario nazionale, avvocato Gianpiero Samorì, Giorgio Cavazzoli da Carpi e l'onorevole Francesca Donato. Ecco. Già parlamentare europea eletta con la Lega, poi uscita da posizioni No Vax e No Green Pass, Donato è stata fondatrice di Rinascita Repubblicana, movimento che alle ultime elezioni politiche si è infilato in una serie di impegnative alleanze anti atlantiste che andavano da Azione civile di Salvatore Ingroia al Partito comunista di Marco Rizzo a Patria socialista di Igor Camilli ai Comitati No Draghi. Dopo aver dato vita in passato a Eurexit, ha trovato pace in una formazione che si chiamava Democrazia Cristiana di Sicilia, prima che diventasse Democrazia Cristiana e basta, ovviamente con Salvatore "Totò” Cuffaro segretario. Credeva, Pierferdinando Casini, di essere l'ultimo democristiano, come titola il suo libro: è solo il penultimo.