Settegiorni

E’ comprensibile che i presidenti della Consulta dell’Ambiente e di quella dello Sport, intervistati dalla Gazzetta, insorgano contro l’ipotesi di destinare un terreno in zona sportiva alla Casa della Salute. Il primo, perché teme altro consumo di territorio; il secondo, perché vede altro spazio sottratto agli impianti sportivi per i quali. Si capisce un po’ meno perché non si siano ribellati anche quando il Comune destinò un terreno ancora più esteso, e sempre in zona sportiva, alla futura caserma della Guardia di Finanza. O meglio, si capisce benissimo. Il Presidente della Consulta dello Sport, tuttavia, non si ferma qui. Grazie alla sua assidua frequentazione di palazzo Scacchetti deve aver saputo che la Casa della Salute verrà ricavata nella stazione autocorriere. Si prende pertanto il disturbo di farci sapere che la destinazione, a suo giudizio, sarebbe “piuttosto infelice”. Non si sa bene a quale titolo il Presidente della Consulta per lo Sport ritenga di entrare nel merito di una questione che per la carica che ricopre non lo riguarda affatto e che da semplice cittadino lo riguarda al pari di chiunque altro. In attesa di scoprirlo, del suo parere sulla materia, scusate l’espressione, ce ne infischiamo. Un episodio imbarazzante è accaduto ai margini della pausa cena che ha interrotto per qualche minuto l’ultima seduta del Consiglio comunale. “Cena” è definizione esagerata, trattandosi di pizza da asporto consumata neanche troppo calda dai Consiglieri su due piedi. Ma per due esponenti politici del centro destra che avevano fin lì assistito alla seduta mescolati al pubblico, quel frammento di pizza in via di raffreddamento, dato l’orario e lo stomaco vuoto deve essere parso una leccornia. E hanno osato allungare la mano su qualche avanzo. Al che, severo, il Presidente del Consiglio li ha redarguiti: “Guardate che non ci fate una bella figura”. Alludeva all’immagine malinconica di politici costretti a mendicare? O, al contrario, avrà voluto stigmatizzare il consumo privato di una cena pagata con denaro pubblico? Comunque sia, pensando ai banchetti – quelli sì – consumati dai partiti sui fondi regionali, questa scenetta degna della Caritas ci consola e ci allieta.

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