Infosfere, rubrica Metacarpi su Voce digitale dell'11 ottobre

Si sa che l’ossessione del neo ministro  alla Cultura, Alessandro Giuli, interprete di punta del melonismo proprio per questo, è di voler capovolgere la presunta egemonia culturale della sinistra, appropriandosi dei suoi stessi miti e, come è stato scritto, “rubando  gli dei dai templi degli avversari” (per  esempio Gramsci e Pasolini). Non c’è  da meravigliarsi allora che sempre  dal linguaggio colto da lui ritenuto di  sinistra abbia estratto per il suo discorso  alla Camera espressioni come  “ontologia intonata alla rivoluzione permanente dell’infosfera globale”, “ipertecnologizzazione”, “apocalittismo  difensivo”. Con questi travestimenti  intendeva semplicemente  invitare a non entusiasmarsi troppo  per i progressi tecnologici né a rinchiudersi nei rimpianti del bel tempo che fu. Ma ha forzato i termini, ha  cercato i più involuti, fino a doversi affidare alla lettura del suo discorso. A Niki Vendola, invece, certe espressioni venivano a braccio: alla sinistra  complicare le cose è sempre riuscito meglio.