Pellegrinaggi spagnoli

“Squallidi espedienti da sciacallo per spillare soldi”. Questo il preambolo a una notizia pubblicata da un giornale locale. Vittima del raggiro è stata una sprovveduta modenese. La vicenda risale al dicembre scorso. La signora aveva deciso di trascorrere le vacanze di Natale in Spagna. Con la sua auto sarebbe andata a visitare diverse città. Però per essere imbarcata al porto di Livorno era indispensabile che l’auto fosse assicurata. Attraverso internet l’aspirante turista aveva cercato una compagnia che offrisse polizze a prezzi modici. Prezzi modici? Addirittura stracciati. Poco più di cento euro quelli proposti da un’agenzia di Napoli. Contratto stipulato e documenti recapitati. Ma al momento dell’imbarco un controllore aveva scoperto che l’assicurazione era fasulla. In più il cronista aveva precisato che la signora “ha lasciato l’auto parcheggiata ed è andata in Spagna a piedi infuriata. Al ritorno ha sporto denuncia”. Il racconto si è fermato a questo punto. Eppure ci sarebbero stati elementi interessanti da approfondire. Quanti mesi ha richiesto la scarpinata dalla Toscana al confine spagnolo? Quante paia di scarpe la signora ha consumato? Anche il rientro in Italia è avvenuto a piedi oppure la camminatrice ha scoperto che è possibile viaggiare in treno?  

 
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