Colpe storiche e contingenti

Era stata fragorosa l’esultanza degli sportivi modenesi per il ritorno dello scudetto della pallavolo. Ma a distanza di due settimane “tanto tuonò che piovve”. Una pioggia accompagnata da lacrime e da insulti provenienti da più direzioni. Quali colpe abbiano avuto il sindaco Muzzarelli e il suo predecessore Giorgio Pighi sulla retrocessione del Modena non si è capito. Tuttavia anche loro sono finiti sul banco degli imputati “per avere calpestato 104 anni di storia”. Invece sarebbe stata sufficiente una retromarcia di tre anni per prevedere il tracollo. In quel periodo era presidente del Modena il romano Stefano Commini. Per quale motivo avesse accettato l’incarico si scoprì quando la magistratura tolse il coperchio sul pentolone di appalti ottenuti dalla Cpl Concordia. Le sorti del Modena interessavano poco o nulla al presidente Commini. Interessava l’appalto per la raccolta dei rifiuti a Roma. Una miniera di immondizie e di soldi, benedetta dal presidente della Cpl. Con Roberto Casari finito nei guai, si era fatto avanti lo scopritore di talenti calcistici Antonio Caliendo con un consiglio direttivo formato da moglie, figli, sorella e parenti vari. Dopo il tracollo l’équipe di famiglia riuscirà a salvare il salvabile? I tifosi sono pessimisti. “Spero che questa retrocessione possa servire perché ve ne andiate”. E’ stato uno dei messaggi inviati a casa Caliendo.   

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