Tassi negativi, tassa occulta, Soldi nostri del 17 ottobre

Nei giorni scorsi ha occupato le prime pagine dei giornali la notizia che Unicredit intenderebbe applicare, dal 2020, un tasso negativo ai conti correnti e ai depositi superiori alla cifra di centomila euro. Ciò al fine di rientrare delle spese sostenute per depositare le somme equivalenti presso la Banca centrale europea che attualmente applica, sui depositi, il tasso negativo dello 0,50 per cento. È evidente che, se la misura troverà pratica applicazione, per i depositanti il costo sarà più del doppio rispetto alla patrimoniale che già grava sugli investimenti finanziari, oggi allo 0,20 per cento. Unicredit è la prima grande banca in Italia a uscire allo scoperto (in Germania, Danimarca e Svizzera è già normale pagare per prestare soldi alle banche) ma, come ho già scritto nella scorsa primavera, altri istituti l’hanno preceduta senza alcun clamore mediatico. La mia banca infatti mi ha notificato, a inizio anno, che sulla liquidità giacente sul conto corrente, ben al di sotto della fatidica soglia ora ipotizzata dei centomila euro, avrei dovuto pagare, da aprile, lo 0,41 per cento, corrispondente al tasso negativo allora vigente presso la Bce. 

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