Situazione senza precedenti, rubrica Soldi Nostri

Devo confessare che la proposta, da più parti avanzata, di affidare il timone della nave che rischia di affondare a Mario Draghi, più che tranquillizzarmi, come sarebbe accaduto in altri momenti, mi allarma. Significa infatti che siamo alla frutta e non si sa come uscire da una situazione che non ha precedenti. Nemmeno in tempo di guerra, infatti, si è verificato il blocco totale dell’economia, come sta accadendo in questi giorni. Peraltro chiunque si trovi a gestire questa situazione, compreso Draghi, sarà presto chiamato a scelte difficili e impopolari, tali da far rimpiangere il governo Monti. Si è già constatato infatti che non arriveranno aiuti esterni e che la massima concessione, dall’Europa, riguarda la possibilità di incrementare il debito pubblico, che dovrà poi essere ripagato. Cosa possibile, ma complicata dal fatto che la liquidità sui mercati scarseggia, nonostante le continue, massicce iniezioni operate dalle banche centrali di tutto il mondo. Il mercato obbligazionario è particolarmente illiquido, specialmente quello delle obbligazioni societarie ad alto rischio e non è da escludersi una serie di default come già avvenne nel 2008. Anche le grandi banche esposte sui derivati paiono essere in difficoltà. Ad esempio, solo per dire che anche i nordici non sono virtuosi come sembra, la banca ABN Ambro, già nazionalizzata dal governo olandese dopo la precedente crisi, ha registrato forti perdite a causa di prestiti erogati a clienti che operavano a leva sui derivati e quindi sono letteralmente saltati per aria a seguito dell’impennarsi della volatilità. E chissà come se la passa la maggiore banca tedesca da tempo notoriamente impelagata nel mare infido dei derivati.