Rimettere al centro il tema del lavoro, Soldi Nostri del 16 luglio

La discussione fra gli  economisti verte principalmente  sugli aspetti  finanziari della crisi, mentre  in realtà l’attenzione dovrebbe  essere posta al tema principale,  ovvero al lavoro che, solo,  crea ricchezza. Anche la politica  sembra essere “distratta”:  il tema principale pare essere  quello della redistribuzione  della ricchezza tramite  politiche assistenziali e bonus  di ogni genere. Si dimentica  che la ricchezza, per essere  distribuita, deve prima essere  prodotta. Questo atteggiamento  della politica ha anche  effetti negativi sul mercato del  lavoro: ufficialmente diminuiscono  i disoccupati perché  in realtà aumenta il numero  di chi il lavoro non lo cerca, e  certo non solo per disperazione  ma perché, oggettivamente,  conviene percepire sussidi  pubblici anziché lavorare.  L’ultima trovata viene dal governatore  della Puglia (ormai  in campagna elettorale) che  ha proposto di aggiungere al  reddito di cittadinanza un  bonus di 500 euro mensili.  Facciamo due conti: se a un  Isee di 9 mila euro l’anno  aggiungiamo una cifra pressoché  equivalente da reddito  di cittadinanza e sommiamo 6  mila euro del bonus di Emiliano,  si raggiunge una cifra di 2  mila euro netti al mese (senza  contare i proventi di un eventuale  lavoro in nero). A queste  condizioni chi volete mai che  cerchi un lavoro regolare? Un  sociologo infatti, per definire  questa nuova mirabile condizione  sociale, ha parlato  di società signorile di massa  (todos caballeros). C’è da  chiedersi, quando arriveranno  i fondi europei per realizzare  le mitiche grandi opere, chi  andrà a lavorare nei cantieri?  Di certo non i giovani pugliesi  se Emiliano manterrà la  promessa. E come si finanzia  tanta generosità? Ma col debito  pubblico, naturalmente.

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