Quali opzioni per ridurre il debito

Come è noto il debito, pubblico e privato, a livello mondiale, ha raggiunto il 365 per cento del Pil. Logico che economisti e autorità monetarie discutano seriamente come ridurre questa montagna ormai insostenibile. Per i paesi più deboli si prospettano ristrutturazioni del debito, a breve. Per i Paesi industrializzati, tra cui l’Italia, invece si considerano diverse opzioni (anche se va ricordato che nell’Unione europea sono già in vigore dal 2013 norme che regolano la ristrutturazione dei debiti, non da escludersi quindi a priori). La più probabile è la continuazione della politica delle banche centrali che comporta, di fatto, una sorta di sterilizzazione a lungo termine del debito pubblico (il che implica la prosecuzione del regime dei tassi bassissimi per un periodo indefinito). Nulla a che vedere con l’ingenua proposta del presidente del Parlamento europeo, ovvero la cancellazione del debito dal bilancio della Bce, ma, di fatto, l’effetto sarebbe analogo dal momento che la banca centrale dovrebbe rinnovare ogni volta gli acquisti dei titoli alla scadenza. Così il macigno si trascinerebbe sine die. Classicamente il compito di ridurre il debito degli Stati sarebbe affidato all’inflazione (ricordate gli anni Settanta, con un’inflazione a due cifre?) ma questa soluzione viene ritenuta improbabile data la depressione generale dell’economia che ostacola la ripresa dei prezzi. Un’altra modalità classica consisterebbe nella crescita e nello sfruttamento dell’avanzo primario, strada seguita per anni dall’Italia, ma con tutta evidenza con scarsi risultati, dal momento che la crescita è da prefisso telefonico, quando c’è (e ora abbiamo un calo del Pil di quasi il 10 per cento, altro che crescita). Se non c’è crescita però, per avere comunque un avanzo primario, si può agire su due fattori: il taglio della spesa pubblica o l’aumento delle tasse. Poiché la spesa pubblica in una forte recessione come l’attuale non può essere tagliata, pena il disastro totale, non stupisce che nel dibattito politico tenga banco la discussione sulla patrimoniale. Chi pensa di uscire dalla situazione tramite l’aumento della pressione fiscale infatti non può certo pensare di tassare redditi che sono svaniti, può solo pensare di intaccare i patrimoni accumulati nel passato.

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