L'economia del Pater noster, Soldi nostri

"E rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori…” così recita la preghiera. E così pare vada anche l’economia mondiale di questi tempi. Con un tempismo stupefacente papa Francesco ha chiesto la riduzione o la cancellazione del debito dei paesi più poveri e subito, il giorno dopo, il Fondo monetario internazionale ha provveduto, riducendo o annullando il debito di 27 paesi, in prevalenza dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina. Naturalmente la diplomazia vaticana lavorava da tempo per questo obiettivo e la sortita papale di poco precedente l’annuncio del provvedimento rappresenta solo la parte terminale di un iter lungo e complesso. In realtà non è la prima volta che vengono adottate misure simili, di fatto necessarie data la sostanziale insolvenza di molti paesi del terzo mondo. Ci si chiede però chi siano i magnanimi prestatori, ovvero con quali risorse il FMI colmi le voragini del debito pubblico dei paesi sottosviluppati: forse con altri debiti emessi dai paesi sviluppati, tutti già indebitati, a loro volta, fino al collo?

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