La salvaguardia del capitale umano, rubrica Soldi Nostri del 16 aprile

Niente paura: non mi improvviserò esperto di questioni sanitarie, come molti vanno facendo in questi giorni. Il capitale umano cui faccio riferimento nel titolo è inteso in senso economico. Prescindendo da considerazioni di carattere etico e affettivo, il valore oggettivo di ognuno di noi è rappresentato dalla capacità di produrre un reddito, necessario al sostentamento proprio e della famiglia. Il capitale umano pertanto è dato dalla capacità reddituale considerata in un determinato arco di tempo, classicamente, fino al conseguimento dell’indipendenza economica dei figli o al raggiungimento dell’età pensionabile, secondo gli obiettivi di vita di ciascuno. Se vi sarà capitato di imbattervi in un buon consulente finanziario, prima ancora di sentirvi proporre soluzioni per allocare razionalmente i vostri risparmi, vi sarà stato chiesto se avete già provveduto ad assicurare il vostro capitale umano. In caso contrario vi sarà stato suggerito di provvedere alla copertura dei rischi tramite strumenti assicurativi di varia natura, in relazione alle vostre effettive esigenze. Ovvero, se siete giovani e avete carichi di famiglia, tramite una polizza vita a rischio puro, non troppo costosa per chi è in giovane età, ma in grado di garantire la riscossione di un capitale significativo in caso di morte. Meno costose le polizze per infortuni, che coprono sia il caso morte che invalidità permanente, adatte a chi, esercitando un mestiere rischioso, vuol garantire la tranquillità ai propri famigliari in caso di incidente. Esistono poi polizze che offrono garanzie in caso di malattia, sia per la copertura delle spese sanitarie che per risarcire del mancato guadagno in caso di forzata inattività. Il costo di questi strumenti assicurativi è deducibile dalle tasse proprio perché lo Stato vuole incentivare la previdenza privata. Ma esistono anche polizze vita di natura finanziaria, che prevedono la restituzione di un capitale, maggiorato dei “frutti”, anche nel caso di sopravvivenza dell’assicurato; queste presentano meno vantaggi dal punto di vista della deducibilità fiscale, ma sono in ogni caso esonerate dalla patrimoniale che grava invece su tutti gli altri strumenti finanziari. Naturalmente molti, alla proposta di queste tipologie di assicurazioni, rispondono con spavalderia pensando di essere invulnerabili, cosicché poi vedove e orfani, in caso di sinistro, sono costretti a rivolgersi alla carità pubblica. Forse la pandemia tuttora in corso, indurrà qualcuno a riflettere sull’opportunità di ricorrere a soluzioni assicurative per garantire in ogni caso, ai propri cari, un adeguato tenore di vita.

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