Viene marzo pazzerello

Il mese di marzo, a memoria mia, è sempre stato turbolento per i mercati finanziari. Di solito si verifica una “buca”, a volte anche profonda, prima della ripresa che precede lo stacco delle cedole di maggio (poi inizia la deriva estiva: “vendi in maggio…” recita un famoso detto di borsa). Il sentiment dei mercati lo conosceremo oggi stesso, (giovedì 7 marzo, per chi legge) quando parlerà l’oracolo: è prevista infatti la conferenza stampa di Mario Draghi che dovrebbe illuminarci sulla politica monetaria. Sarà ancora una volta espansiva, a sostegno di un’economia che presenta segnali di recessione, non solo in Italia? In tal caso i mercati finanziari potrebbero non soffrire eccessivamente, ma soffrirà il cambio con il dollaro e gli investimenti, comunque, migreranno Oltreoceano. Dove si farà di tutto per tener basso il valore del dollaro e, a tal fine, la Fed ha già diramato nei giorni scorsi un paio di annunci che hanno contenuto la spinta al rialzo del biglietto verde. Un  dollaro troppo forte infatti non sarebbe gradito a Trump poiché frenerebbe la corsa dell’economia a stelle e strisce. I livelli da monitorare, per il cambio sono tra 12,5 e 15, il range entro cui ha oscillato negli ultimi tempi: l’eventuale rottura verso il basso o verso l’alto indicherà la direzionalità. Preoccupante sarà un’eventuale discesa sotto 1,10 anche se un paio d’anni fa il cambio era a 1,04 e se siamo ancora qui a raccontarlo vuol dire che si può sopravvivere anche a quella quota, anzi sarebbero avvantaggiate le industrie europee orientate all’esportazione. 

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