Settegiorni, su Voce digitale del 27 agosto

Prova televisione, ovvero, invito a un piccolo esercizio di comunicazione. Accendete il televisore e sintonizzatevi su un qualsiasi talk show. Fissatevi sull'intervento di questo o quell'ospite, facendo bene attenzione a non farvi distrarre dallo sfondo, dal tono della voce, dalla pettinatura, dalla gestualità, dai tic, dai dettagli dell'abbigliamento, da pensieri del tipo “andrei fuori a cena con questa/questo qui?” oppure "è del Pd o sta con Salvini?”. Sforzatevi, insomma, di concentrarvi solo ed esclusivamente sulle parole che dice, non tanto sul modo in cui le porge, ma proprio sulla loro nuda essenza di pensiero e di significato. Ebbene, nel novanta per cento dei casi – fatta qualche eccezione, ovviamente – scoprirete che quella cosa lì l'avreste potuta dire benissimo anche voi, magari solo un poco più emozionati. Si è sempre detto, con Mc Luhan, che il mezzo è il messaggio. Proponiamo solo una piccola correzione: il mezzo fa il messaggio (continua a leggere).

 

La cosa curiosa è che invece non lo fa affatto sui social: dove il mezzo, un post per lo più affidato alla sola scrittura, è scarno, diretto ed essenziale e lascia fuori tutto il resto. Che è poi l'incontrare per strada – siamo pur sempre a Carpi – e in carne, ossa, gesti ed espressioni uno con il quale hai battagliato e ti sei insultato in rete. E qui è tutta un'incognita: che può andare dall'ignorarsi ostentatamente, all'imbarazzato o compiaciuto sorrisino di circostanza (“Quante ce ne siamo dette, eh?”), all'aggressione a freddo e senza preavviso. E questo è invece il messaggio.