Settegiorni su Voce del 12 dicembre

Prima imperversavano sui social le foto della piazza Martiri buia e vuota. Ora prevalgono immagini in cui al buio sono sì subentrate sontuose luci natalizie, ma il vuoto è sempre quello. Sta diventando un tantino stucchevole questa litania sul centro desertificato. Quanto meno perché tendente a ridurre sempre all’uno una complessità dove rientrano: un andamento demografico che vede prevalere la popolazione in età, in genere poco disponibile a shopping e apericene; il trincerarsi dei medesimi carpigiani antichi nella rendita di affitti assurdi; un meteo invernale che non è quello della Riviera; la scomparsa, con le generazioni che li avevano creati, dei negozi e degli esercizi di più antico lignaggio; il subentro, nell’imprenditoria commerciale, di Carpigiani recenti ai quali non importa molto di abbellire una città che non sentono come propria; una diffusa, scarsa disposizione generale a rendere più attrattivo il contesto urbano con gli arredi pubblici e privati. Poi, mettiamoci pure l’occhiuta osservanza di regole che a Firenze, Roma, Napoli e Venezia vengono bellamente ignorate; l’invasività di auto in sosta che deturpano angoli di centro, rendendo impossibile il prolungamento degli itinerari a piedi; il protrarsi di opere di restauro che uccidono letteralmente le strade. Con tutto questo, magari un po’ di vuoto e silenzio qualche volta si fa preferire a una pista di ghiaccio piazzata davanti alla chiesa più antica di Carpi. 

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