Settegiorni, in Voce del 10 gennaio 2019

“Sono felice di vivere a Carpi, una città che di più  sicure non ce ne sono, sul versante sanitario, data  l’abbondanza di primari, specialisti, medici e infermieri  che la popolano e che si possono incontrare  a ogni angolo di strada”. Così osservava una signora,  commentando l’ondata di indicazioni che ha dilagato  sui social a seguito del dramma del giovane  Davide. Era indispensabile una visita cardiologica;  serviva un elettrocardiogramma; si doveva aspettare  a dimetterlo; c’era da fare un prelievo di sangue sei  ore dopo; il dolore al petto annunciava un infarto;  no, non poteva essere solo un infarto... E via con le  diagnosi e relative terapie. Siamo in pieno filone della  medicina popolare, la stessa che fa dire a ognuno di  noi, quando si va a visitare uno ricoverato all’ospedale,  “a me è successo questo”, “a me è successo quello”  che vorrebbe funzionare da consulenza e da consolazione,  ma che si rivela, al fondo, come il più classico  degli esorcismi.  E’ scattato il nuovo Regolamento di Polizia urbana,  ci informa l’Unione delle Terre d’Argine: identico  per tutti i Comuni, con nuovi divieti, compreso quello  di “nudismo nei parchi e aree verdi”, la possibilità di  allontanare chi molesta o intralcia e, soprattutto, con  l’anticipo alle 20 (prima era alle 22) del divieto di consumare  bevande alcoliche al di fuori dei locali. Ecco,  sono proprio norme come queste che permettono alla  gente di misurare quanto largo sarà il mare che separa  tante volte il dire dal fare.  

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