Lette le misure per le spiagge – due metri tra lettino e ombrellone più vicino, quattro e mezzo fra gli ombrelloni, turnazioni e corridoi – è deciso: quest’anno si va in montagna.
La bici, si dice, contro il rischio che l’auto venga considerata il mezzo anti contagio più sicuro. A Bologna l’hanno messa giù così: una Bicipolitana, con le linee colorate come quella di una Metro e soprattutto con 493 chilometri di piste che si sa da dove partono e dove vanno a finire, con dei veri capolinea. Adesso, per fare un confronto, cercate in via Pezzana il prosieguo della pista che transita nel sottopasso ferroviario.
È passata nella più totale indifferenza l’integrazione della ex buca di via Catellani con il parco del cimitero, dopo che per cinque anni, ogni volta che veniva proposta l’ipotesi dell’acquisto di quel lembo di parco con vista su un tratto delle antiche mura, il Consiglio comunale diventava un campo di battaglia. La cosa ci fa riandare con il ricordo a un imperturbabile segretario comunale. Era sua ferma convinzione che le pratiche bastasse accumularle e lasciarle lì a dormire: tanto, diceva, con il tempo si risolvono da sole.
Contratti di 30 ore settimanali, incentivi ai part-time volontari e penalizzazione degli straordinari: la proposta di legge del Pd, diretta anche a ricavare 750 mila posti di lavoro in più pare non convinca neppure il Sindaco. Tant’è che mette un punto interrogativo di fianco allo slogan “ lavorare meno, lavorare tutti”. L’idea, proviene da un lungo filone di pensiero, da Keynes a Bertinotti, e mette d’accordo Brunello Cucinelli e il Presidente dell’Inps. C’è chi pensa però ad altri automatismi, che hanno funzionato più nell’aritmetica che nella realtà. Come quota cento: tre nuovi assunti per ogni pensionato, si diceva, diventati sì 4, ma ogni 10 pensionati. La formula sarebbe più convincente se le ore non più lavorate diventassero spazio obbligatorio di aggiornamento e formazione. Risposta al Sindaco, dunque: lavorare meno, ma per studiare di più.
