Rubrica Settegiorni del 13 febbraio

La notizia non è che un giovane carpigiano  di origine serba è stato sorpreso dalla Polizia  mentre imbrattava con una scritta il monumento  alle vittime delle foibe. È accaduto ancora che  su quel sasso del Carso si accanisse qualche tardivo  ideologo “rosso” incapace di immaginare  che forse lassù, in Slovenia e Croazia, esistono  analoghi ricordi dell’oppressione fascista in  quelle terre. La notizia sta piuttosto nell’evento,  piuttosto raro, che è stato colto sul fatto. Forse  perché si trattava di un “politico” e non di un  generico vandalo, di quelli che si divertono a  schizzare su segnali stradali, targhe, bacheche,  monumenti, porte, saracinesche. Questi ultimi  non sono invece prevedibili, non si muovono in  base al calendario delle ricorrenze: colpiscono  presumibilmente nelle notti ebbre del sabato e  per il solo gusto di sfregiare e danneggiare. Sempre  di più, perché sono sempre più numerosi i  gruppi giovanili, italiani e non, che la città non  la sentono e, disprezzandola, la deturpano.  

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