Settegiorni rubrica di Voce del 14 febbraio 2019

Non c’è che dire: la generazione dei quarantenni  – un po’ sotto o un po’ sopra, non fa differenza – impegnata  in ruoli politici ci sta abituando a cose che  noi umani oltre i sessanta, mai avremmo potuto  immaginare. E’ la lotta politica portata fuori dalle  sedi istituzionali, esaltata dai social, defluita nei  dossier che pone in evidenza un dettaglio importante:  il potere è molto più di una conquista di senso  politico, la prima pietra per la costruzione di un  progetto di società, la premessa per raggiungere un  obiettivo. Da transitivo, necessario cioè a qualche  cos’altro, è diventato intransitivo, un punto d’arrivo  fine a se stesso, una trincea per l’occupazione. Solo  così si spiega un clima da congiura mai conosciuto  finora in città, un luccichio di lame nell’ombra che  prelude allo scorrere del sangue.  

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