Sergio Marchionne dal mondo a Modena

Sergio Marchionne, grande capo della Fca, è venuto a Modena per tenere la lezione magistrale in occasione dell’apertura dell’anno accademico numero 840 all’Università di Modena e Reggio. L’oratore è partito da lontano. Ha parlato del disgelo in atto fra Stati Uniti e Cuba, delle prossime elezioni per la successione al presidente Obama, del caos generato in Brasile con la ricomparsa sulla scena dell’ex presidente Lula. Poi, passo dopo passo, è avvenuto l’avvicinamento alle vicende di casa nostra, con le case automobilistiche modenesi collocate in primo piano. La Ferrari è e resta un patrimonio modenese. La quotazione in borsa la rende più attraente agli occhi degli investitori in tutti i continenti. Riportare il titolo mondiale a Maranello. E’ questo l’obiettivo principale. Invece per la Maserati il trasloco a Grugliasco è cosa fatta. La casa madre di viale Ciro Menotti è piccola. Può produrre vetture particolari per clienti esigenti. Troppo poco. Per sopravvivere deve sfornare auto con il marchio Alfa Romeo. 

La cerimonia per l’apertura dell’anno accademico è proseguita con la relazione del Rettore Andrisano. L’Ateneo modenese è in buona salute. Registra un costante aumento delle matricole, mentre il senato accademico sta seguendo il percorso d’integrazione fra il Policlinico e l’ospedale di Baggiovara. Intanto alla città universitaria di via Campi sta per aprire il cantiere che realizzerà il padiglione didattico. 

Ma torniamo a Marchionne e alle critiche che il suo intervento ha suscitato. A Modena siano mantenute almeno in parte le produzioni di auto con il marchio del tridente. E’ stata questa la richiesta trasmessa dai vertici della Regione. A loro volta i sindacati hanno indetto scioperi e organizzato presidi allo stabilimento di viale Ciro Menotti. Stabilimento che potrebbe essere ampliato se il Comune apportasse modifiche al piano regolatore almeno per la zona industriale del quartiere Crocetta. 

La cerimonia d’apertura dell’anno accademico, con la conseguente presenza delle autorità locali, ha imposto di ritardare per due giorni un altro importante appuntamento. Al Policlinico sono stati inaugurati un nuovo reparto di degenza chirurgica e un centro trapianti di fegato. Le due strutture sono state donate da Otello Bruni e dalla moglie Maria Giovetti. Per attrezzarle i coniugi hanno stanziato due milioni. “Abbiamo voluto fare qualcosa per Modena, una terra che ci ha dato tanto”. Con queste parole Otello Bruni ha ricordato l’esempio che aveva ricevuto da Enzo Ferrari. La prima Tac installata al Policlinico negli anni Sessanta l’aveva finanziata il Drake. A quell’epoca Bruni era il titolare di una carrozzeria che verniciava i bolidi rossi.

Per un altro personaggio di spicco nella storia della casa del cavallino è arrivato il momento di farsi da parte. Antonio Ghini non è più il direttore dei musei Ferrari di Modena e Maranello. L’incarico è stato affidato a un nobile: il conte Michele Pignatti Morano. Il nuovo direttore ha il compito non facile di incrementare le visite ai due musei che nello scorso anno avevano registrato numeri di poco inferiori al mezzo milione. Adesso Ghini sta trascorrendo giornate rilassanti in una località sul  lago di Garda. Ma il rientro a Modena è dato per scontato. I suoi programmi di visite guidate nei musei e nella casa di Luciano Pavarotti, sperimentati in occasione dell’Expo milanese, saranno riproposti. Ci saranno altri motivi di richiamo, a cominciare dai siti Unesco. In particolare sono in corso interventi di restauro all’interno della Ghirlandina. In una sala sono state recuperate due panchine che risalgono al sedicesimo secolo. Adesso sono sotto cura le colonne e le mensole. Poi gli esperti si trasferiranno nella stanza d’ingresso per risanare le pareti. Sono state installate a tutti i livelli telecamere di sorveglianza. Le eventuali firme di visitatori incise sui muri non resteranno impunite. 

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