Grandi disegni e litigi da comari

Un’emergenza coinvolge tutti i Paesi europei e non soltanto quelli che si affacciano sulle coste del Mediterraneo. Fra le mete dei barconi che trasportano migliaia di disperati ci sono le coste italiane. Poi inizia la lunga marcia verso il nord anche per raggiungere Modena. Non soltanto il capoluogo; è l’intera diocesi che deve raccogliere l’appello lanciato da papa Francesco. Il vescovo Castellucci non ha avuto esitazioni. I proclami razzisti lanciati dalla Lega li ha archiviati sotto la suola delle scarpe. Poi ha chiamato a rapporto i rappresentanti delle associazioni impegnate nell’accoglienza ai profughi. L’incontro ha avuto lo scopo di indicare progetti, programmi e risorse economiche per agevolare l’inserimento dei nuovo arrivati nella realtà modenese. Tra il capoluogo e la provincia ci sono circa novecento profughi, quota che segnerà un consistente aumento in estate. Le parrocchie sono già mobilitate, come le associazioni benefiche e le strutture individuate dalla Prefettura. Nel corso dell’incontro l’Arcivescovo ha voluto al suo fianco la parlamentare europea Cécile Kyenge, modenese d’adozione, promotrice di progetti e di iniziative sin dai tempi in cui occupava un seggio in Consiglio provinciale. Da lei è arrivata una proposta che potrebbe risolvere il problema delle accoglienze. Si prenda esempio da Lampedusa. Nell’isola del Mediterraneo, meta di tanti barconi carichi di profughi, si stanno realizzando progetti di rinnovamento dell’accoglienza. Perché non imitarli e traghettarli a Modena? Forse perché Modena occupa le prime posizioni su questioni di lana caprina che sfociano in litigi da comari. Come è avvenuto nell’ultima riunione di maggio del Consiglio comunale. Urla e insulti all’indirizzo di un assessore, il rappresentante di Sel Andrea Bosi. A lanciare le frecce non è stato un membro del Consiglio.

E’ stato il capo di gabinetto del Sindaco, Luigi Costi. Rispolverato da Muzzarelli dopo due mandati alla guida del Comune di Mirandola, Costi si è esibito in un monologo sul futuro dei consigli di quartiere, con l’aggiunta di colpi di spugna destinati alla capigliatura dell’assessore. Offeso dalle invettive, Bosi si è autosospeso dalla carica di assessore. Un’assenza di breve durata, appena il tempo di ricevere una lettera di scuse e un messaggio di solidarietà firmato Muzzarelli. A quel punto le dimissioni sono rientrate e il Consiglio ha potuto finalmente prendere in esame argomenti importanti.

 

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