Dare alle imprese i soldi non spesi del Fondo pluriennale vincolato, L'opinione di Giorgio Verrini

Come tutti sanno, è cosa buona e giusta che lo Stato aiuti commercianti ed imprese in grossa difficoltà per le conseguenze della pandemia. Il decreto Ripartenza che doveva essere pronto in aprile per accompagnare la Fase Due è stato solo oggi presentato nella sua forma conclusiva da palazzo Chigi. Nel decreto della Fase Uno (quello del lockdown), i tanti miliardi di euro promessi non sono arrivati se non in piccola parte a destinazione, e cioè nelle tasche di chi ne ha fatto richiesta. Come nel primo, anche nel secondo decreto ci sono misure di allentamento di obblighi fiscali e poi ancora promesse e tanta burocrazia. Ma se lo Stato centrale è un pachiderma lento e se le banche utilizzano complessi artifici finanziari per non “sganciare” soldi, il commerciante o il piccolo imprenditore in difficoltà per colpa del coronavirus, cosa può fare? E soprattutto cosa può fare l’Amministrazione comunale oltre ad abolire certe tasse o a rimandarne il pagamento (cosa che sta già facendo per Cosap, addizionali varie, Imu, eccetera)?

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