L'opinione di...

Giorgio Verrini: salto indietro nel tempo e limbo di buoni intenti

Non avrei mai pensato di entrare, sabato scorso, non nella sala Loria, ma nella macchina del tempo. Adesso vi racconto: circa 50 persone si sono date appuntamento per l’atteso incontro tra Amministrazione comunale e cittadini a proposito della questione Parco Lama. Sempre le stesse persone che incontri e questo è un déjà vu, ma non siamo ancora al viaggio nel tempo. Questo inizia quando l’assessore Simone Tosi prende la parola in un vorticoso ripetersi di cose già dette dieci anni fa con la stessa lungaggine e utilizzando almeno venti volte il termine “suggestione”. Ma il varco spazio temporale si apre completamente (mi è sembrato che tutte le poltrone della sala vibrassero!) quando Maurizio Marinelli è salito sul palco, narrando in modo stellare che cosa è e cosa sarà il Parco Lama con la stessa concretezza con cui sono fatti i sogni e dove l’unica cosa reale era il riferimento topografico. Come fermo a dieci anni fa, ha fatto vaghi accenni a come realizzare il sogno e, utilizzando i trucchi di un navigato intellettuale della comunicazione, ha relegato le cose pratiche in un limbo di buone intenzioni che i contadini, proprietari dell’area, dovrebbero mettere in pratica per il bene loro e della comunità carpigiana. La macchina del tempo mi ha quindi portato al 2009, quando Marinelli ebbe l’intuizione meritoria di vedere nella grande distesa di terreno agricolo situato a est della città una occasione per un grande parco periurbano libero da vincoli edificatori a cui diede il nome di Parco Lama. E io lo so perché ho vissuto quei momenti e come tutti i soci dell’Associazione che dal parco prese il nome, ero affascinato dal sogno, ma anche dalla fatica di fare tutti i gradini necessari per passare dalla suggestione alla realizzazione. E invece siamo ancora là, su quel primo gradino molto alto rispetto alla realtà, tanto lontano da definire il parco come “sfogo di felicità” e di utilizzare come prassi il linguaggio filosofico (lo ha detto il Sindaco), non certo quello che mi sarei aspettato in un convegno di urbanistica comunale. Il manovratore fa fare alla macchina del tempo un ulteriore balzo indietro portandoci in pieno Rinascimento, evocando un audacissimo parallelismo tra Alberto Pio principe e Alberto Bellelli sindaco. No questo è troppo... Devo uscire dalla astronave Loria e respirare un po’ di aria fresca del 2019! Poi rientro perché iniziano le domande dal pubblico e la macchina del tempo si è forse inceppata: incontro infatti facce un po’ stralunate come quella di un contadino, non abituato a viaggiare nel tempo, che nell’area est oltre la ferrovia ci lavora e ci campa e non ha capito molto di che cosa Marinelli e Tosi vogliano fare a casa sua! Di piantare alberi non se ne parla e tanto meno permettere a chicchessia di passeggiare per la sua proprietà mentre sgobba con la motosega oppure dà “ lo spruzzo” alle colture.

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