Sei di Carpi se...

Il genere Sei di Carpi – ma anche Sei di Monza o Sei di Crotonese… spopola, non da oggi, sui social. I gruppi Facebook così intitolati hanno numeri impressionanti, di iscritti e di post. D’altra parte il meccanismo di aggrega - zione e coinvolgimento che li contraddistingue e alimen - ta è inesorabile: funziona un po’ come il Chi non salta…è dello stadio, magari vorresti anche vederti la partita (parlo al presente, come se non ci fosse il Covid), ma se stai fermo passi per traditore della bandiera (o addirittura da infiltrato). Per cui ti alzi e smani. Con i campanilismi on line funziona allo stesso modo: se non ci sei e non sei attivo, confessi di essere un outsider. I gruppi Sei di Carpi se… e affini sono molto diver - tenti, e per uno come me, cresciuto negli anni Ottanta, regalano manna sul filo dei ricordi. A volte però sono, volutamente ma esageratamente, autoreferenziali. È vero che il gioco consiste proprio nel rendere sempre più sottili ed ellittici i riferimenti, in modo da scremare i “puri” dai sedicenti carpigiani. Però non tengono conto che “essere carpigiani”, soprattutto per quelli – compreso chi scrive – appartenenti a generazioni mica tanto cosmo - polite e poco ibridate culturalmente, ha significato (e continua a significare) anche esserlo nella percezione degli altri. Carpi fuori da Carpi è insomma, da tempo e ancora, un pezzo importante del sentirsi membro premium della nostra comunità. Non solo perché, banal - mente, ogni identità (municipale, regionale, nazionale, eccetera eccetera) si costruisce con e sotto lo sguardo dell’altro; ma soprattutto perché la carpigianità (come, che so, fatte le debite proporzioni, la napoletanità o l’inglesità) è un paradigma costruito a metà da chi se lo è sentito addosso e se ne è fatto portatore, metà dal resto del mondo, che si è messo a osservare, giudicare, non di rado denigrare. Per cui essere carpigiani non significa solo aver fatto, in adolescenza, più di venti chilometri settimanali in vasche, oppure aver assistito al concerto di Vasco Rossi in Piazza Martiri dell’ottantacinque o, ancora, aver sofferto per i derby con il Suzzara (!) quando si allignava, come Carpi Calcio, in serie D (poi pomposamente edulcorata in “Interregionale”, a dare l’idea che ci si scontrasse con popoli lontani, oltre frontiera).

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