Una pubblicazione di matrimonio. Un’ordinanza per misure di viabilità. La nomina di due geometri interni per il progetto di riscaldamento del Museo Monumento al Deportato. La presa d’atto di un pensionamento... La bacheca dell’albo pretorio, quella che registra tutte le espressioni di volontà dell’Amministrazione comunale, si tratti di ordinanze, delibere o determine, di questi tempi è una sorta di landa della insignificanza. Vi si sente l’eco, insomma, come si dice di solito dei frigoriferi vuoti dei single. Formalmente da poco più di un mese, ma nella sostanza da quasi tre, Comune e Unione sono praticamente paralizzati nell’inattività, anchilosati dalla campagna elettorale che ha spostato altrove tutte le attenzioni, dalla decadenza di quasi tutti i dirigenti e dal cambio dell’esecutivo. Ci sta: il sistema democratico ha di questi sobbalzi. Ma ora ci sono tempi perduti da recuperare e pratiche da accelerare. Una città di 70 mila e passa abitanti può pretendere che chi l’amministra, in una difficile fase di transizione possa anche decidere di rinviare le ferie.
3 Luglio 2019
Vuoto, rubrica Metacarpi del 4 luglio
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