Turbini, rubrica Metacarpi su Voce del 24 ottobre

Doveva essere il luglio 2016. In una serata afosa Maria Elena Boschi sbarcava alla Festa dell’Unità del Pd accolta come una regina. Arrivava avvolta nell’aura della riforma costituzionale del governo Renzi, della quale era stata la redattrice ostinata e puntigliosa. Il suo eloquio toscano e il fascino da bella e brava ragazza, diligente, studiosa e anche un po’ secchiona, di quelle che a scuola magari non ti lasciavano copiare, non faticarono a far breccia nell’immaginario di attivisti e militanti di base. Stando attenta a non sporcarsi, si sottomise al rito del giro nelle cucine, intenerendo oltremodo le cuoche volontarie. Alle quali si inumidirono gli occhi dall’orgoglio nel vedere siffatta divinità chinarsi umilmente sui loro ragù. Mille giorni dopo, alla Leopolda, sempre lei, la bella e brava, ha inchiodato il Pd alla più salviniana delle accuse, definendolo “partito delle tasse”. Un turbine caldo di questo innaturale ottobre pare abbia fatto flettere per un attimo tutti insieme e immalinconito i pioppi dell’area Zanichelli, luogo della Festa. Dicono che succeda solo quando muoiono gli Dei.

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