Sospesi, Metacarpi del 5 marzo

Seconda settimana. Non sono cancellati solo appuntamenti, programmi ed eventi che di norma scandiscono le nostre settimane. Qui sono entrate in uno stato di sospensione l’intera trama associativa e la dimensione collettiva della città: quello, insomma, che fa normalmente parlare di comunità. Non lo si coglie solo dai luoghi pubblici e dai locali poco frequentati, ma dalla stessa scarsa disponibilità della gente a cercarsi e a ricostituire un briciolo di vita di relazione. E questo, nonostante gli appelli, i gesti che invocano la rottura del silenzio e la gran voglia di buttare all’aria la coltre di preoccupazione che sembra avvolgerci un po’ tutti. Si sprecano i paralleli con i giorni del sisma, per ricordare l’analogo clima di provvisorietà che calò allora su Carpi. E magari per provare a recuperarne lo spirito di impresa condivisa e partecipe che ci caratterizzò allora. Fu una tragedia che riuscì a unirci, il terremoto. L’infezione è subdola, invisibile, si infiltra insieme al sospetto e separa le persone più del metro prescritto dalle norme. Accettiamo tutto, ora, purché tutto finisca presto.

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