Solitudini, Metacarpi del 2 aprile

Quello di riandare con la memoria all’altra circostanza drammatica vissuta da Carpi, vale a dire il terremoto del 2012, è un esercizio che hanno già fatto in molti. Notando qualche analogia, ma soprattutto la differenza con un nemico questa volta inafferrabile, capace di uccidere la socialità che allora fu una risorsa e oggi un rischio e del quale non si sa con certezza quando lo si potrà ritenere sconfitto. Un’altra differenza, verrebbe da sottolineare: la riduzione a uno solo, ovvero al sindaco Alberto Bellelli, di tutta la rappresentanza politica e dell’intero apparato comunale. Otto anni fa si ebbe precisa la sensazione di una formazione in campo, dai consiglieri di maggioranza e minoranza all’intera Giunta e ai tecnici intermedi. Fu un dramma recitato in gruppo e solidalmente, dalle istituzioni, mentre ora, accanto alle forze di polizia, le istituzioni sono solo quelle sanitarie. Oltre a lui, il Sindaco. Solo, senza un vice o un alter ego tecnico come fu all’epoca il Direttore generale del Comune. Qualcuno, insomma, al quale ogni tanto, cedere la fatica e la parola.

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