Simboli, rubrica Metacarpi del 30 maggio

Vorremmo poterlo dire alla Sinistra globalmente intesa. Commisurandolo al monito che proviene dagli esiti elettorali ed elencando la serie interminabile di episodi, situazioni, personaggi ai quali la medesima Sinistra appende di volta in volta le proprie speranze di presa di coscienza, cambiamento, ribellione delle masse, salvo poi esserne delusa. Né più né meno di quanto accadeva agli esuli antifascisti che da Parigi guardavano speranzosi alle cose d’Italia, attendendosi dai minimi segnali la svolta decisiva. E l’attesa durò vent’anni. Va bene, allora, lo diciamo: la  smetta di vederli, gli apporti salvifici, nei Roberto Saviano; nei Fabio Fazio; nelle lenzuola appese ai balconi con scritte spiritose; nelle parodie di Zorro; nel sindaco  Mimmo Lucano e nell’esemplare esperienza di integrazione di Riace dove la Lega sfonda con il 30,75  per cento e lo caccia fuori dal Consiglio; nelle denunce manichee di corruzione, perché tanto prima o poi toccano anche a lei. Non si faccia più distogliere dalle  simbologie, la Sinistra: e chissà che non ci capisca un po’ di più, in quel che sta accadendo. 

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