Ricorrenze, Metacarpi su Voce del 23 aprile

Come si fa a non collegare la ricorrenza del 25 Aprile di quest'anno alla messa a punto del Recovery Plan che il governo Draghi parrebbe aver completata in vista della scadenza fissata dall'Unione europea? D'accordo, il termine inglese non rende. Ma se solo proviamo a sostituirlo con "ricostruzione”, ecco che si carica immediatamente di un alone più familiare e suggestivo. Con l'immagine di un Paese che si rimbocca le maniche, che prova a ripartire dalle macerie che in quel 1945 erano materiali, fatte di case e ponti crollati e popolazione alla fame, ma anche di grande fiducia nel futuro; e che oggi si sostanziano invece di sfiducia, smarrimento e incertezza e lacerazioni. Ecco perché la classe di governo, proprio per la gestione del Recovery Plan, dovrebbe ritrovare la stessa unità di intenti in nome dell'interesse generale che caratterizzò quella uscita dalla guerra. Discutendo fino all'ultimo dettaglio le scelte, per poi accantonare i calcoli elettoralistici e dedicarsi come un sol uomo alla loro realizzazione. La posta in gioco è importante: vien da sperare che per una volta vada davvero così.