Realtà, Metacarpi del 9 ottobre

Qualcuno è a conoscenza di aziende di Carpi – aziende, non lavorazioni – emigrate in Carinzia, attratte dalle agevolazioni fiscali della regione austriaca? La delocalizzazione di cicli produttivi avviene da anni tra Medio ed Estremo Oriente, Nordafrica ed Est Europa, ma non risultano traslochi aziendali da Carpi in direzione Austria. Non è il Nord Est, la provincia di Modena. Eppure, è stata questa una delle sottolineature sulle quali ha più insistito l'assessore alle Attività produttive, Stefania Gasparini, nel rendere edotta la stampa di alcune indicazioni emerse da un primo confronto avvenuto l'altro ieri tra il mondo economico cittadino e il gruppo di esperti messi al lavoro quattro mesi fa dalla Giunta Bellelli sul cosiddetto "Progetto Carpi”. Non una task force, si raccomandano sempre gli Amministratori: ma proprio una squadra – composta da Franco Mosconi, Paola Ruggiero, Massimiliano Panarari, Giovanni Carrosio –, per dire dell'apertura degli esperti al dialogo e alla raccolta di opinioni. Dunque, impedire traslochi di pezzi del sistema carpigiano delle imprese verso il sud dell'Austria: se è questo uno degli obiettivi del “progetto Carpi” – del quale, peraltro, gli invitati in sala Loria non hanno visto neppure uno straccio di anticipazione – c'è da nutrire qualche dubbio sulla conoscenza che sta emergendo del territorio produttivo locale. Specie quando si considerino anche altri obiettivi posti in rilevo dall'assessore Gasparini. Non solo impedire emigrazioni, ma attrarre ditte da fuori, per esempio, creando un “territorio favorevole alle imprese”. Poi fare lobby, verso Governo e Regione, produrre marketing territoriale. Come no? E se proprio si vuole provare il brivido della novità, ecco qua altri punti emersi: gli imprenditori siano meno individualisti, pensino più a cooperare che a competere fra loro e, dulcis in fundo, rendere riconoscibile il prodotto Carpi con uno specifico brand. Un'idea, quella di un “marchio Carpi”, che si potrebbe far risalire a quarant'anni fa, costellata da ripetuti fallimenti. Se queste sono alcune delle basi sulle quali fondare un progetto per tirar fuori la città da una crisi che l'attanaglia da ben prima della pandemia, c'è poco da stare allegri, quanto a memoria e conoscenza. In una parola, quanto a principio di realtà.

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