Lega, rubrica Metacarpi del 5 dicembre

Che cosa preoccupa di più della legittima aspirazione  del centro destra a trazione leghista a  guidare la Regione? L’assenza in Emilia Romagna,  a differenza di Lombardia e Veneto, di una classe  dirigente affidabile e degna di questo nome. È un limite  che affonda le proprie radici nell’origine stessa della  Lega per Salvini premier che nel farsi nazionale non  è più (o non è solo) la vecchia Lega Nord. Quest’ultima  era rampollata una trentina di anni fa da territori orfani  della Dc, ponendosi in aperto conflitto con il potere  centrale e facendosi le ossa nei consigli comunali,  provinciali e regionali dai quali, alla fine, sono usciti  anche ottimi amministratori. In Emilia, al di là della  conquista di Ferrara e Forlì dove aveva attecchito ben  prima, la Lega è arrivata soprattutto come movimento  “contro”, fatto di molti urlatori alla Salvini e di poco  personale di governo alla Giorgetti. Uno obietterà: bisogna  pur farli cominciare. Ma è una Regione, questa,  che deve competere con Baviera e Ile de France qui e  ora, mica star lì a far da balia a una versione aggiornata  e incattivita dei 5 Stelle. 

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