Si discuteva di violenze sulle donne, all’ultimo confronto tra aspiranti sindaci. Fra le misure invocate, una candidata ha posto l’accento su un dato culturale: l’educazione degli uomini. “Non sono educati al no e all’insuccesso”, ha precisato. Vero: e noi, generazione oltre i sessanta, possiamo ben offrirci come insegnanti. In età adolescenziale siamo stati infatti plasmati da tali insuccessi negli approcci al gentil sesso, da meritare un dottorato di ricerca. Abbiamo approfondito la materia in decine di feste private in cui stringere solo un po’ la lei di turno non differiva dall’abbracciare un frigorifero. Aggiungete il curriculum di anni di frequentazioni di balere dove loro, aggregate in gruppi masticanti chewingum, alla richiesta di un ballo ci squadravano da cima a fondo, soppesandoci senza degnarci di una risposta. E noi lì, a meditare sulle ragioni della disfatta: una mole di ragioni che ci hanno poi resi uomini mansueti, facilmente accantonabili per il macho di passaggio. Da qui un know how sui no ricevuti, che sarebbe peccato disperdere. Ci siamo meritati una cattedra.
8 Maggio 2019
Educazione, Metacarpi del 9 maggio
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