Chiodi, Metacarpi su Voce digitale del 7 maggio

Visto come Matteo Salvini, da fuori, sta cospargendo di chiodi acuminati la poltrona del collega di partito Giancarlo Giorgetti, che sta invece dentro l'esecutivo, il ricordo va a qualche cosa di analogo che accadeva nelle formazioni antenate del Pd. Dove il Segretario di turno, consapevole di rappresentare qualche cosa a prescindere dal Palazzo, non mancava di dirigere fuoco critico nei confronti del Sindaco dirimpettaio, pur militante sotto la stessa rossa bandiera, che invece nel Palazzo stava acquattato. Da dietro le quinte arrivavano solo spifferi, ma forti e chiari, delle tensioni per esempio tra Campedelli senior e Losi, e poi tra Cigarini e lo stesso Campedelli senior, fino alla dichiarata presa di distanza di Campedelli junior da Malavasi. Era sale dialettico, stimolo a migliorare sempre in un confronto da pari a pari. Ma ora che il Sindaco ha finito per riassumere in sé tutto, Comune e Pd (parlandone da vivo), Amministrazione e Politica, Uffici e Società, chi gli mette più i chiodi sulla poltrona? E chi è rimasto a ricordare che dopo un Sindaco bisogna farne un altro?