“Civil e la banda”, aveva disposto nel proprio testamento uno dei personaggi di Giovanni Guareschi, perché trasparisse anche dal funerale la sua cieca fede di militante comunista. E alla banda cittadina ha fatto ricorso anche il sindaco Alberto Bellelli. Non per le sottolineature funeree che di solito si legano all’esecuzione di classici bandistici da defunzione come “Fiume amaro” e “Romagna mia”, ma con inni e marcette atti a conferire una cornice festosa all’inaugurazione del proprio quartier generale elettorale. Pochi giorni prima, la Giunta Bellelli aveva rintronato la popolazione con perentori e tonitruanti inviti a partecipare agli incontri sul bilancio comunale, affidati all’altoparlante installato su una vettura in corsa per le vie cittadine. Ora manca solo che sui muri cittadini appaiano incerte scritte al catrame, del tipo “A baso i padroni sfruttatori” (sic). Quando ci parve di cogliere qualche tratto, chiamiamolo così, vintage nella comunicazione elettorale del Sindaco, pensavamo sì a un certo scivolamento all’indietro. Non però fino al 1953.
27 Febbraio 2019
Banda, rubrica Metacarpi su Voce del 28 febbraio 2019
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