Banda, rubrica Metacarpi su Voce del 28 febbraio 2019

“Civil e la banda”, aveva disposto nel proprio  testamento uno dei personaggi di  Giovanni Guareschi, perché trasparisse  anche dal funerale la sua cieca fede di militante comunista.  E alla banda cittadina ha fatto ricorso anche  il sindaco Alberto Bellelli. Non per le sottolineature  funeree che di solito si legano all’esecuzione di classici  bandistici da defunzione come “Fiume amaro” e  “Romagna mia”, ma con inni e marcette atti a conferire  una cornice festosa all’inaugurazione del proprio  quartier generale elettorale. Pochi giorni prima,  la Giunta Bellelli aveva rintronato la popolazione con  perentori e tonitruanti inviti a partecipare agli incontri  sul bilancio comunale, affidati all’altoparlante  installato su una vettura in corsa per le vie cittadine.  Ora manca solo che sui muri cittadini appaiano  incerte scritte al catrame, del tipo “A baso i padroni  sfruttatori” (sic). Quando ci parve di cogliere qualche  tratto, chiamiamolo così, vintage nella comunicazione  elettorale del Sindaco, pensavamo sì a un certo scivolamento  all’indietro. Non però fino al 1953. 

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