Sulla salute non si scherza, specie parlando di amianto. Siamo a Carpi, però, non a Casale Monferrato. Va detto dunque che ci abbiamo convissuto per più di mezzo secolo, con l’amianto stabilizzato e usato in edilizia, industria automobilistica, chimica e perfino alimentare. E senza che le statistiche di morbilità e mortalità della popolazione nell’ultimo cinquantennio qui da noi rilevassero un’incidenza di patologie chiaramente ascrivibile a questo fattore. Ecco perché sa di demagogia pestare i piedi e lanciare allarmi perché il Comune stanzia 40 mila euro anziché 100 mila per rimuovere le coperture (in metri quadrati, sono 5 mila anziché 15 mila), quando i tetti in eternit sfiorano i duemila e non si sa quante siano le canne fumarie e i manufatti nelle case o nel suolo. Perché non chiedere 5 milioni di euro, allora? Il tutto e subito dà consensi. Ma più che a una una soluzione somiglia a un cavallo di battaglia.
3 Marzo 2016
Amianto
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