Rossana, personal-trainer carpigiana: ''Vogliamo riaprire in sicurezza''

Da una personal trainer carpigiana, riceviamo e pubblichiamo:

«Buongiorno, mi chiamo Rossana. Lavoro nel mondo delle palestre da 26 anni. Da 11 anni ho aperto uno studio personal.
A febbraio 2020 ho capito subito la situazione d'emergenza e assieme al collega con cui divido lo studio non abbiamo esitato un attimo a chiudere. Da subito ho attivato lezioni on line gratuite di modo che tutti i miei clienti potessero fare anche solo un po' di attività da casa loro. Ci siamo fatti andare bene vedersi, parlare ed allenarsi insieme anche solo dietro uno schermo per superare quel momento.
A maggio quando è stato possibile riaprire abbiamo provveduto ad organizzare lo studio per garantire ai nostri clienti di allenarsi in tutta sicurezza. Infatti non ci sono mai stati problemi».

«Ci siamo fatti andare bene la riapertura estiva (che per noi è sicuramente il periodo peggiore), c'era ancora tanta paura ma siamo riusciti a dare fiducia ai nostri clienti. Finalmente a settembre abbiamo potuto riaprire. Ci abbiamo creduto tantissimo. Non vedevamo l'ora.
A fine ottobre arriva un'altra chiusura... solo per noi palestre e poche altre attività. Ci hanno considerato attività non essenziali nonostante i benefici dell'attività motoria sulla prevenzione delle malattie e delle depressioni sia evidente. Abbiamo accettato anche questo senza dire nulla. Capiamo che ci sia questa emergenza e non protestiamo. Ora sono 6 mesi che non possiamo lavorare. Non ci è permesso di aprire. Non importa se dentro il nostro studio ci sia solo una persona in 100 metri quadrati  o che venga fatta una sanificazione regolare e che ad ogni cambio ora vengano igienizzati tutti gli attrezzi e cambiata l'aria. Siamo considerati pericolosi!
In questi giorni leggo che però le attività all'aperto possono ripartire.
Io lavoro prevalentemente con persone anziane, che spesso lavorano a terra, che fanno fatica a muoversi o hanno problemi di schiena... Di sicuro questo clima non è ancora sufficientemente caldo per fare un'attività di questo tipo. Sicuramente lavorare in un parco pubblico dove chiunque può passare non mette le persone a proprio agio.
Mi chiedo perché non possiamo riaprire gli studi. Almeno noi personal. Perché dobbiamo far allenare le persone in situazioni che non permettono di farle sentire a proprio agio?
Perché non farci riaprire se lavoriamo in sicurezza?
Io non voglio lavorare infrangendo la normativa anche se la situazione è diventata veramente pesante perché comunque i costi in questi 6 mesi ci sono stati e i contributi continuano a non arrivare. Ma a dire il vero non vogliamo i contributi, vogliamo poter riaprire in sicurezza.
Faccio un appello al nostro Sindaco: “per piacere Alberto facci riaprire"».

Cordiali saluti

Rossana