L'assessore Lugli: i tassi di assenza non sono assenteismo

Egregio Direttore, con riferimento al Suo articolo “Assenteismo in Comune: più del privato, meno del nazionale” del 13 Aprile 2021, chiedo ospitalità a nome dell'Amministrazione comunale e del personale, perché troviamo ambiguo l'uso del termine “assenteismo” riferito ad assenze per ferie o altri istituti previsti dai contratti di lavoro. Nel nostro Paese infatti, la parola assenteista fa pensare al dipendente che timbra il cartellino ma esce a farsi gli affari propri, o nella migliore delle ipotesi alla persona che si dà malata senza esserlo. Invece fare le ferie – nel pubblico come nel privato – non è “assenteismo”, ma solo usufruire di un diritto contrattuale. Per un Comune pubblicare le percentuali di “presenza” e “assenza” del personale è un dovere di trasparenza normato dalla legge: l'Unione Terre d'Argine ritiene però più chiaro evidenziare il dato delle ferie, scorporandolo dal totale, che comprende diverse tipologie di assenza giustificata (malattia, gravidanza, maternità, infortunio, sciopero, permessi di varia natura).

Mariella Lugli, assessore al Personale del Comune di Carpi

 

 

Il rilievo è giusto, proprio per l'alone negativo che connota il termine “assenteismo”, rispetto a “tassi di assenza”. Nell'articolo si era tuttavia ben precisato che il dato era al lordo delle ferie e che era stato scelto per renderlo confrontabile con le statistiche nazionali, che non fanno distinzioni tra le varie ragioni delle assenze (f.m.).