Chiuderò, i Novesi non mi hanno aiutata, Lettere del 10 ottobre

Egregio direttore, spero di avere un piccolo spazio nel suo giornale per pubblicare questa lettera come testamento per i cittadini novesi miei compaesani. A breve sarò costretta a chiudere la mia bottega (amo questa parola): è una decisione sofferta che mi spezza il cuore. La mia attività come spesso viene definita “negozio di vicinato” è sempre stata nel Dna della mia famiglia e con orgoglio ho cercato negli anni di valorizzarla rendendola sempre più competitiva, ma la crisi economica ed il terremoto hanno reso sempre più difficile restare sul mercato. Ringrazio pubblicamente l’Amministrazione Diacci che ha stanziato 40 mila euro per il piccolo commercio e la Regione Emilia Romagna per un bando unico e irripetibile sulla rivitalizzazione dei centri storici, ma quello che manca sono i Novesi, o meglio una buona parte non acquista nei negozi a Novi costringendoci nel “Novi c’è” inattiva, apatica senza nessuna voglia di fare e proporre per il bene del paese, nessuna programmazione d’iniziative sul Natale / Befana / San Valentino /Pasqua / Primavera eccetera… Il problema? Impossibile trovarsi un giorno della settimana (fisicamente) meglio utilizzare whatsapp dove si scrive un fiume di parole vuote creando confusione e polemica. Le pochissime iniziative sono su volontà del singolo negoziante. Viviamo nella certezza e convinzione che debba essere sempre qualcun altro che si debba impegnare per proporre e fare per noi. Avrei anche molto da scrivere sul ruolo della Proloco nel nostro Comune, ma preferisco fermarmi qui. 

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