“Stiamo generando una civiltà molto brillante, perfino piacevole, ma che non sembra in grado di reggere l’onda d’urto del reale. È una civiltà festiva, ma il mondo e la storia non lo sono: smantellare la nostra capacità di pazienza, fatica, lentezza non finirà per produrre generazioni incapaci di resistere ai rovesci della sorte o anche solo alla violenza inevitabile di qualsiasi sorte?”
Dopo il saggio “I Barbari”, in cui Baricco aveva raccontato l’affermarsi delle evoluzioni tecnologiche e la crisi della cultura del passato che viveva queste novità come una sorta di invasioni e distruzioni barbariche, in questo saggio che si legge come un romanzo e affascina anche i non esperti del settore viene tracciata la storia rivoluzionaria del mondo digitale, che ha travolto tutti noi senza che ce ne rendessimo conto. Lo scrittore, seguendo una serie di “mappe” e cartografie create da lui, citando esempi tratti dalla sua esperienza di uomo nato nel 1958, quindi lontano anni luce dalle nuove tecnologie e soprattutto indagando su fatti e idee che stanno all’origine delle nuove scoperte, è riuscito a parlare al lettore di questa rivoluzione incredibile che nel giro di pochi anni ha travolto quasi tutto il mondo, che ha cambiato per sempre l’immagine di uomo-spada-cavallo per trasformarlo nell’uomo-tastiera-schermo.
È uno sconvolgimento che non ci è stato imposto, ma che abbiamo scelto: un nuovo gioco che è riuscito prima a digitalizzare suoni e immagini, riducendo allo “stato liquido” il tessuto del mondo, poi realizzando i personal computer per metterli in seguito in rete attraverso Arpanet nel 1969, poi con l’invenzione del web e giungendo al traguardo del 1998 con la creazione di Google. Ma non è ancora finita, perché il gioco continua. Anche se non sappiamo dove questo viaggio rivoluzionario ci porterà.
