La lezione di Enea, Interlinea

La scrittrice e giornalista Andrea Marcolongo – autrice de La lingua geniale. 9 ragioni per amare il greco (2016), La misura eroica (2018) e Alla fonte delle parole (2019) – torna in libreria con un nuovo saggio, intitolato La lezione di Enea (Editori Laterza, 201 pagine). L’autrice parte da un dato di fatto comune ai più, ovvero la noia provata sui banchi di scuola nello studiare l’Eneide di Virgilio. Una noia talmente profonda da fare addirittura dimenticare di averla letta e di avere sudato sui suoi esametri. Nulla a paragone con la più avvincente e movimentata Odissea, storia di chi torna a casa laddove l’Eneide racconta di un uomo che non sa bene dove sta andando. Marcolongo si prefigge di recuperare la fama di Enea: da “colui che quasi per caso, sbattuto qua e là dagli dei, si ritrova a fondare un impero a sua insaputa”, un fuggitivo, a uomo che viaggia alla ricerca di un nuovo inizio, di una terra promessa in cui ricominciare, capostipite della dinastia da cui nasceranno Romolo e Remo. E Roma. Non un personaggio di poco conto, dunque, ma anzi molto attuale. Lontano dall’essere un burattino, l’eroe è solido, fermo, soffre e soffre tanto, ma non per questo si perde. È colui che prende sulle spalle gli anziani e i bambini, che non ha più nulla tra le mani se non la forza di andare avanti, anche se il futuro è più che incerto, resistendo e sperando. Una lettura attuale oggi come duemila anni fa.

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