In cornice del 19 dicembre

Il Natale che dorme nel cuore

Se è Natale non me ne sono ancora accorta. O, almeno, solo nella mente. L’albero di Natale l’ho fatto e con grande fatica. Prima non si trovava perché lui lo aveva spostato dal suo posto solito a fianco dell’aspirapolvere nello sportello dell’ingresso. Cerca cerca poi è saltato fuori, quello, lo “sprocco” di plastica che compie quasi cinquant’anni e che, ormai, è diventato storico e non più sostituibile. Fatto l’albero manca tutto il resto. Si rinuncerà a quei pacchettini da mettere sotto? Si sopporteranno le sciocchezze e le banalità incartate di fresco? Che nostalgie che vengono su! Non autorizzate, non giustificate, eppure spuntano tutti in fila i ricordi. La mia letterina di Natale, i suoi lustrini appiccicati alle dita, le righe da tenere, le macchie da temere, i biglietti che ora non si mandano per posta, ma per telefono, le caramelle di sughi secchi nello sportello dove mio padre le nasconde, le fette di pane di Natale affogate nella saba, il presepio della Nella e padre Arcangelo che viene in visita per la gara mai vinta. La visita a quello di San Nicolò che quest’anno è ridotto ai minimi termini senza la capanna, la grotta e le luci, i cioccolatini della Bianca che vengono da Genova come la cosa più preziosa della pasticceria, i mille pacchetti fatti su dalla Claudia con dentro le sciocchezze che la mia stupidità disprezzò segretamente, l’uva tenuta per Gesù Bambino e il pezzo di pane sulla tavola per lui che passava la notte.

L'accesso è riservato agli Abbonati

Se sei già abbonato, accedi per vedere l'articolo completo

Accedi

Accesso completo al sito, più l'
abbonamento digitale annuale

Vi permette di accedere a tutti i contenuti web di VOCE.it e di ricevere la newsletter quotidiana VoceCittà con le notizie del giorno, Voce settimanale digitale e Voce mensile digitale di approfondimento, direttamente al vostro indirizzo mail. Costo Annuo 29€ Abbonati