Quel Milite Ignoto diviso fra i campanili

Il Consiglio comunale convocato per domani, giovedì 27 maggio, sarà chiamato a votare il conferimento della cittadinanza onoraria al Milite Ignoto. Visto che il Milite Ignoto è per antonomasia il simbolo dell'Unità della Nazione, non separabile dall'idea stessa di Patria e non frammentabile fra i mille campanili d'Italia, abbiamo cercato di capire il senso di una iniziativa priva di significato storico o patriottico. E alla quale, pur non essendo partita da Carpi, l'Amministrazione comunale ha deciso comunque di allinearsi.

La pensata si deve, dunque, al Gruppo delle Medaglie  d'Oro al Valor Militare che associa tutti i singoli e le località decorate con questa onorificenza: ha voluto ricordare in questo modo i cento anni trascorsi dalla tumulazione della salma a Roma, il 4 novembre 1921, dopo il commovente viaggio in treno da Aquileia alla capitale, che vide centinaia di migliaia di Italiani schierati lungo i binari per salutarla mentre le case venivano addobbate del Tricolore e le campane di tutte le chiese suonavano a morto. La città di Carpi non è nel Gruppo, potendo fregiarsi solo della Medaglia d'Argento al Valor Militare. Fa però parte dell'Anci, l'Associazione nazionale dei Comuni italiani che fin dallo scorso anno, con una lettera ai Sindaci del presidente Antonio Decaro, ha aderito al progetto invitando a valutare "la possibilità di conferimento della cittadinanza”. Tant'è che da quasi un anno a questa parte le cerimonie di questo tipo si sono andate moltiplicando, coinvolgendo finora almeno 400 Comuni. In questo modo, sostengono i promotori, si vuole trasformare il Milite Ignoto da “soldato sconosciuto voluto come di nessuno e divenuto di tutti” in un “cittadino d'Italia”, come se le due cose fossero antitetiche. Storicamente e simbolicamente l'iniziativa non sta in piedi. Se invece la si vuole considerare un apporto di coesione a un particolare momento della vita nazionale, dove è necessario rafforzare più che mai il senso dell'unità a fronte delle difficoltà che sta attraversando il Paese, va bene così. Pur scorgendovi tutta la falsità strumentale del caso, in nome della “resilienza” ce ne faremo una ragione.