Qualunque sia l'ingrediente segreto, il Carpi non lo deve più dimenticare

Ci sono tanti modi di vincere o perdere le partite: meritatamente o immeritatamente, col gioco o con la praticità, grazie alla fortuna o agli episodi. Bene, il Carpi non ha vinto il derby, l’ha stravinto. Dominato, nel punteggio e nel gioco, azzerando sul campo i 22 punti che prima della partita lo dividevano in classifica dal Modena. Un exploit straordinario che alla vigilia nemmeno il più ottimista dei tifosi poteva sperare. Perchè il Carpi ammirato nella notte del Cabassi è stato talmente bello, nonché vincente, da stentare a credere che sia la stessa squadra che fino a pochi giorni fa incassava più improperi dai propri tifosi che punti in classifica. 

La trasformazione da brutto anatroccolo a cigno è stata insomma tanto improvvisa quanto inattesa, anche se nelle ultime partite (soprattutto Legnago) qualche segnale incoraggiante sul piano del gioco c’era stato. Difficile insomma capire l’ingrediente segreto di questo exploit, anche se mister Pochesci e i suoi giocatori hanno dato qualche indizio nelle interviste post-derby: dal coraggio senza più paura raccontato dal tecnico, alla ritrovata compattezza di un gruppo che si aiuta reciprocamente sottolineata da Ghion, fino alla possibilità di potersi finalmente allenare al ritmo della “settimana tipo” evidenziata dal veterano Gozzi. Le 11 partite in 33 giorni disputate tra gennaio e febbraio con la conseguente impossibilità di allenare e preparare una gara a settimana hanno infatti indiscutibilmente inciso sul rendimento della squadra e rallentato il percorso di ricostruzione di un’identità tecnico-tattica finita pesantemente in discussione nel periodo più buio coinciso con il cambio di allenatore.

La causa dell’exploit nel derby è insomma da ricercare in una somma di fattori, che il Carpi spera di aver rimesso in fila definitivamente. Per regalarsi un finale di campionato positivo che vada oltre questo indimenticabile derby e permetta alla società di poter programmare un futuro ancora nel calcio professionistico. Un epilogo non certo scontato per tutto quello che è accaduto in questa folle stagione.

Enrico Ronchetti