Ma quell'idea il Comune l'aveva già in casa, risparmiando tempo e risorse

Non abbiamo alcun titolo per giudicare il progetto vincitore del concorso per ideare il collegamento esterno verticale del Torrione degli Spagnoli. Il nostro giudizio estetico equivarrebbe a quello di qualunque carpigiano tenga all'immagine della propria città: può piacere e non piacere, insomma. La valutazione è piuttosto quella, già richiamata da un lettore, che attiene alla gestione amministrativa della pratica. Con un ritorno a una soluzione progettuale simile a quella, già disponibile una decina di anni fa, a firma dell'architetto Giovanni Gnoli. La Soprintendenza, nel marzo 2023, nonostante le critiche di Italia Nostra risalenti all'ottobre 2022, aveva sostanzialmente accolto la proposta di una scala e di un ascensore esterni. Evidentemente non soddisfatta dalla prima bozza progettuale, aveva però imposto all'Amministrazione di avviare un bando di concorso per il quale il Comune si è avvalso della consulenza dello studio Arkè, di Modena, del costo di 6mila euro, mentre il concorso, fra compensi alla commissione giudicatrice e pubblicità, ha comportato una spesa di 10mila euro. E' stato necessario un anno per arrivare alla proclamazione dei primi quattro classificati, che si distribuiranno un monte premi di 18mila euro lordi, riscuotibili dal vincitore solo dopo la presentazione del piano di fattibilità tecnico economica. Sempre il vincitore dovrà poi provvedere, con affidamento diretto, alla progettazione definitiva ed esecutiva per un impegno di spesa non ancora quantificato ma che, stando al quadro tecnico economico dell'intero intervento, dovrebbe aggirarsi intorno ai 50mila euro. segue

Il risultato, come si è detto, non appare molto dissimile da quello che il Comune aveva già in casa. A giudicare anche dagli altri classificati, la Commissione giudicatrice – ne facevano parte l'ingegner Norberto Carboni, per il Comune, e gli architetti Carla Di Francesco, Antonino Libro, Gabriele Lelli e Laura Balboni – ha decisamente virato per una soluzione chiusa, della quale, come sottolinea anche il nostro lettore, il minimo che si può dire è che occulta il complesso monumentale. E' il tratto prevalente anche negli altri progetti non premiati, solo quattro dei quali optano per strutture più leggere e che tentano almeno di salvaguardare la visibilità della torre. Stupisce, fra quasi tutti i progetti pervenuti, lo scarso ricorso a vetro e acciaio che hanno il pregio, almeno, di accentuare la trasparenza e di dichiarare apertamente l'estraneità al monumento del nuovo corpo funzionale, senza concedere alcunché a materiali e colori che vorrebbero invece dissimularla. Quanto alla sistemazione dell'area prospiciente, il vincitore si è attenuto a una soluzione decisamente minimalista.