Ma dopo gli ausiliari del traffico, dateci gli ''ausiliari del degrado''

Siamo molto felici dell'entrata in azione dei primi ausiliari del traffico di supporto alla Polizia Locale. Ora servirebbe però, e lo diciamo come pro-memoria per il mandato amministrativo che va a incominciare, una bella infornata di "ausiliari del degrado”. Figure non previste dalla legislazione degli enti locali, ne siamo consapevoli, ma che indicano quanto meno la necessità di sviluppare una funzione, propria della Polizia Locale, che è quella di vigilare per davvero sul rispetto del Regolamento di Polizia urbana varato dall'Unione nel 2019.


 

Lo diciamo impressionati dalle continue segnalazioni che pervengono agli organi di stampa su angoli della città, spazi pubblici, parchi, giardini soggetti a particolari situazioni di degrado. L'ultima in ordine di tempo riguarda il parchetto compreso tra via Pezzana e via Pola, ma da tempo sono segnalati bivacchi notturni, con relativa disseminazione di bottiglie e rifiuti, per esempio, nel giardino di San Nicolò, tra l'altro in procinto di essere completamente riaperto, il parco della Resistenza, quello di viale De Amicis, e così via. Ma non si tratta solo di aree verdi. Ci sono angoli del centro, come la parte finale di via Berengario poco prima di viale Guido Fassi o aree periferiche, un tempo quanto meno pulite e dignitose, come le laterali di viale Ugo da Carpi (le vie Caboto e Leopardi), dove regna sovrano un senso di sporcizia e decadenza. A parte fenomeni di micro spaccio, qui non si parla di criminalità. Si parla piuttosto di trasandatezza, menefreghismo, assenza totale di senso di appartenenza condotto fino a una irridente ostilità e aggressività verso la città, i suoi spazi pubblici, i suoi arredi. Sarebbe da ipocriti non ammettere che i primi indiziati sono i comportamenti di tanti “nuovi carpigiani”, indipendentemente dal colore della pelle, italiani e non, assolutamente estranei alla nozione di bene pubblico. Così come lo sono alcuni gruppi giovanili, sempre italiani e non, che trovano nell'aggressività verso i simboli comuni una sorta di sfogo alle irrequietudini dell'adolescenza.

La questione, ci rendiamo conto, richiederebbe ampie riflessioni e misure sociali di vasto respiro. Ma quando ci si appella, simbolicamente, ad "ausiliari del degrado”, si allude molto più semplicemente, al rispetto di articoli e norme precise, con le relative sanzioni. Per esempio, l'articolo 16 del citato Regolamento di Polizia urbana che sanziona con ammende da 25 a 150 euro chi compia danni al patrimonio pubblico, concetto in cui ci sta anche lo scambio del bene pubblico per un orinatoio. O l'articolo 33 che autorizza a infliggere multe dai 50 ai 300 euro a chi vende per asporto bevande o alimenti in contenitori di vetro dopo le 22 in tutto il centro storico e a chi le consumi dopo le 20 al di fuori delle adiacenze dei locali pubblici per non parlare del divieto, previsto sempre lì, di introdurre o detenere bottiglie o altri contenitori di vetro in parchi e aree verdi. Ci sarebbe poi da aprire un dibattito, ormai divenuto eterno, sugli esercizi etnici che continuano allegramente a infrangere queste norme, quando basterebbero controlli a campione per coglierli in flagrante. Rappresenta poi un capitolo a sé l'articolo 17 che parla del decoro dei fabbricati e delle loro aree e pertinenze, che metterebbe fuori legge almeno una mezza dozzina di condomini. Ma questo è un altro discorso.