Ci sbaglieremo, ma la nota dell'esponente di Forza Italia, Massimo Barbi, berlusconiano della prima ora, consigliere comunale “azzurro” con il secondo mandato di Demos Malavasi e il primo di Enrico Campedelli (1995-2004) dà la sensazione della prima, attendibile voce che si sia alzata nel silenzio del centro-destra cittadino. Non perché abbia calcato i toni, anche se il testo della nota a tutte maiuscole lo farebbe pensare. Ma perché dietro di lui pare di cogliere il vero umore moderato cittadino. Il moderatismo storico, per intenderci, degli ambienti che poco si lasciano coinvolgere dalle schermaglie di schieramento – quelle che lui chiama "la politica urlata e illusoria” –, ma se ne sta ancorato a un solido pragmatismo e crede poco alla voga dei leader di un momento tutti comunicazione ad effetto e poca sostanza, pur essendo stato a suo tempo abbacinato dal primo di loro, dall'antesignano di quella scuola, il defunto Cavaliere (ma allora si trattava di porre un argine al comunismo dopo Tangentopoli...). segue