La critica: il Comunale solleva il sipario su un Cartellone ''elettorale''

In attesa di correre al botteghino per poter vedere Natalino Balasso impegnato in un testo di Edoardo De Filippo, verrebbe da chiedersi che cartellone sia, quello del Teatro comunale per la stagione 2024/2025, per quanto si è appreso oggi in forma ufficiale dal Comune. Se non fosse che i criteri che hanno guidato le scelte non si discostano molto da quelli delle ultime stagioni, la definizione giusta sarebbe quella di “cartellone elettorale”: nel senso di acchiappaconsensi, facile, per tutti i gusti e costellato di star. Non c'è dubbio che non tanto per far quadrare i conti – in un teatro quelli non quadrano mai, salvo vendere la platea a 250 euro a poltrona ogni sera di spettacolo – quanto piuttosto per poter esibire a consuntivo le migliaia di presenze, scritturare Alessandro Preziosi, Nando Paone, Silvio Orlando, Sergio Rubini, Neri Marcoré e Valentina Lodovini, renda molto più che invitare Vincenzo Pirrotta, Massimo De Lorenzo, Anna Della Rosa, Luca Mammoli e Valter Malosti, nomi che hanno calcato il palcoscenico del Teatro Asioli di Correggio nella stagione scorsa, attirando anche non pochi carpigiani. Il fatto è che l'andare così sul sicuro, quanto a nomi, offusca spesso le regie e il valore di una produzione: in altri termini, penalizza il teatro a vantaggio di volti e celebrità consacrate soprattutto dal cinema e dalla televisione. segue

 

Ma non è tanto questo, il punto: quanto il fatto che in questo modo non si fa crescere – al di là dei numeri – un pubblico per il teatro. Si asseconda il piacere di gustarsi dal vivo la star, ma non si appassiona la gente al teatro:  una dimensione che va al di là dell'attore famoso e chiama piuttosto in ballo la scelta del testo, la qualità media della recitazione, l'allestimento, le invenzioni registiche. E' questo complesso di cose che restituisce al teatro la propria magia, purché il pubblico le sappia vedere e apprezzare al di là del fulgore del primo attore o della prima attrice. La via scelta anche quest'anno condanna invece il Comunale a puntare sempre sullo stesso pubblico, stagione dopo stagione, quello che entrando chiede "Quanto dura?”, fino al suo esaurimento anagrafico, senza averne preparato e introdotto poco a poco uno nuovo. Ora, non si vuole con questo sostenere che in teatro si debba per forza fare dello sperimentalismo e rinunciare a qualche nome famoso: Silvio Orlando, per dire, compariva con i suoi "Ciarlatani” anche nel cartellone 2023/2024 dell'Asioli, per restare nel parallelo. Servirebbe semmai un po' più di attenzione alla ricerca, alle produzioni minori, all'originalità dei testi o delle regie. Certo, il rischio è maggiore, ma anche rincorrendo la televisione si possono commettere errori come quello di Sabina Guzzanti arruolata la stagione scorsa. Un po' più di coraggio servirebbe, insomma, sempre che uno se lo possa dare, direbbe Manzoni.