Aimag. Sì al bilancio con astensioni: e lo chiamano ''gesto distensivo''. Intanto i colossi del fotovoltaico...

Viene definita "gesto di distensione” per il percorso avviato verso il rinnovo del patto di sindacato, la decisione dei Sindaci dell'area nord e del mantovano, soci di Aimag, di astenersi nel voto sul bilancio 2023. E con loro, della Fondazione CR Mirandola. Ma si capisce che la ferita aperta dall'elezione dell'attuale governance, decisa dall'area sud del bacino Aimag insieme a Hera e alla Fondazione CR Carpi, non si è ancora rimarginata. Si capisce meno che dal nord e dal mantovano ci si astenga a causa delle “criticità sollevate nell'ultimo anno” e della gestione finanziaria, quando l'attuale governance ha semmai dovuto sopportare le conseguenze di precedenti gestioni e direzioni. Non si può infatti addossare al CdA guidato da Paola Ruggiero lo squilibrio finanziario ereditato dal 2022, lo stesso che veniva negato come propaganda del sindaco Alberto Bellelli e che aveva indotto i comuni del sud a chiedere anche allora il rinvio dei dividendi, con altissimi lamenti dei loro colleghi del nord che finirono per far pendere verso il compromesso di spartire il 70 per cento dell'utile. Né si possono addebitare al CdA attuale scelte in materia di impianti che stentano a entrare in funzione e di investimenti discutibili che risalgono a prima del giugno 2023. Con queste riserve mentali è difficile che il percorso auspicato da tutti verso il rinnovo del Patto di Sindacato, nonostante il ricambio di Giunte e Sindaci, tocchi davvero terra. segue

 

E allora, affinché non si torni a finire nel vicolo cieco delle rivalità politico campanilistiche tra Nord e Sud del territorio Aimag, magari dissimulanti ben altri disegni e interessi, e possa davvero aprirsi un capitolo nuovo e con facce nuove, non sarebbe male che tra colleghi i Sindaci cominciassero a parlarsi chiaro fra loro. E il solo linguaggio con il quale la chiarezza non solo è richiesta, ma si impone, è quello industriale. E' il linguaggio delle fonti energetiche da sviluppare, delle energie rinnovabili, della sostenibilità ambientale, del riciclo e del riuso, delle compatibilità finanziarie. Se un'azienda come Aimag non ha le idee chiare sugli scenari che si prospettano prima di tutto in questi ambiti, come si fa a discutere aprioristicamente se sia meglio allearsi con Hera, come si sospetta dell'Area Sud, o guardare alla Lombardia con Tea e magari A2A, come si dice propenda l'Area Nord, o se sia meglio procedere da soli in splendida e orgogliosa autonomia, come predicano i nostalgici dell'Aimag della prima ora? 

 

 

C'è un bisogno impellente e straordinario di occuparsi finalmente di politica industriale, dopo tanto tempo perso a disquisire di legittimità della governance, di responsabilità nella rottura del Patto e a ripetere ogni giorno la litania dell'"interesse dei cittadini utenti”. Dice niente, al riguardo, che tre colossi dell'energia si stiano interessando come mai prima d'ora ai terreni circostanti l'impianto di compostaggio e la centrale elettrica di Terna in via Valle? Proprio in faccia ad Aimag e che Aimag non ci abbia mai pensato? L'interesse dei cittadini utenti si farà guardandosi intorno, attuando le scelte concrete richieste dal contesto attuale dei servizi di pubblica utilità, ammettendo di aver sbagliato dove si è sbagliato e correggendo il tiro quando sia necessario. Altrimenti la colpa dell'inerzia, non sarà di questo o quel "socio privato” visto come un dèmone, ma ricadrà sui Sindaci: sì, proprio loro, i “soci pubblici” che dovrebbero essere i primi a preoccuparsi delle sorti e della sopravvivenza di un'azienda che occupa un posto di primo piano nell'interesse dei cittadini.