A chi piazza Martiri? Al mercato...

Non vorremmo sbagliarci, a proposito della perentoria richiesta degli ambulanti Confesercenti, questa volta con il rinforzo anche di Confcommercio, di un incontro con l'Amministrazione sui presunti, troppi spostamenti del mercato di piazza Martiri: ma ci pareva che esistesse un calendario concordato a inizio anno che, almeno per gli appuntamenti con Festa del Racconto e FestivalFilosofia, prevedeva il trasloco in viale Ugo Da Carpi. Non è così? Va bene, faranno due spostamenti l'anno. Si lamenta che si è aggiunto il concerto dei Subsonica e magari vi sarà un evento nel fine anno? Al massimo si arriva a quattro che su 104 edizioni del mercato non parrebbero una tragedia tale da giustificare l'ennesimo appello alla situazione di un settore definito "uno dei più colpiti dalle misure restrittive per il Covid” (continua a leggere)

Colpiscono piuttosto i toni di una nota – e non è la prima volta – che, nel rivendicare al mercato di piazza Martiri una centralità anche a nome di tutti gli esercizi del centro storico che è tutta da dimostrare (basterebbe chiedere a qualche titolare di negozio), continua a far dipendere il “governo” della piazza esclusivamente dalle esigenze del commercio su aree pubbliche. Il che lascia intendere anche la ragione per la quale nessun provvedimento strutturale, nessuna modifica, nessuna misura sul modello di quelle previste per il progetto di corso Roma (verde, acqua, pavimentazione diversa...) possa essere presa in considerazione per rendere stabilmente e non episodicamente più vivibile il grande invaso ai piedi di Palazzo Pio. Fornendo, intanto, un grosso alibi all'Amministrazione comunale per non fare alcunché. E condannando la piazza maggiore di Carpi a un immobilismo che la rende abitata e frequentata giusto per i due mercati settimanali e per i pochi eventi che gli ambulanti hanno la bontà di concedere al resto della città, spostandosi tre/quattro volte l'anno in viale Ugo Da Carpi.

Piazza Martiri avrebbe bisogno di essere "diminuita” percettivamente con qualche intervento strutturale, restituendola a una dimensione meno dispersiva; richiederebbe déhors estesi ben oltre il pedonale; ospiterà, ci si augura presto, nuovi esercizi pubblici sul lato di Palazzo Pio che a propria volta si annunceranno con déhors verso il centro. Non può essere che nulla si possa fare, nulla si possa modificare per non disturbare la disposizione dei banchi e il lavoro degli ambulanti. Ai quali nessuno vuole negare il diritto di fruire di spazi nel centro: ma quali proposte, quali suggerimenti sono mai venuti dalle loro associazioni per studiare una diversa disposizione del mercato cittadino? Quali margini di disponibilità hanno mai offerto per evitare che esso si concentri sempre e immancabilmente in piazza Martiri, al punto da paralizzarla tutti i giorni, per non interferire con i due la settimana del mercato?