Il sorriso di Szymborska

Come si pronuncerà poi questo nome polacco? Wislawa (ui o vi?). Quel cognome, poi: Szymborska, come si fa a pronunciare tutte quelle consonanti attaccate... “Come non ricordare lo stupore, talvolta misto a ironia, con cui fu accolta nel nostro Paese la assegnazione del Premio Nobel per la Letteratura 1996 alla poetessa polacca Wislawa Szymborska, considerata dai più una illustre, imbarazzante sconosciuta?” si chiede nella presentazione di “Opere” (Adelphi 2008) il traduttore Pietro Marchesani, che ha curato quasi tutti gli scritti di Szymborska, prima di morire poco dopo di lei, nel 2012. Guardo la fotografia di questa donna che continua a stupirmi, a farmi sorridere; i suoi occhi restano vividi e il sorriso arguto pur nel lungo passare del tempo (era nata nel 1923). Inconfondibile la sua espressione, un tutt’uno con il suo stile di poesia e di prosa. Tanto per cominciare, qualche parola sull’anima. L’anima: argomento ribaltato per sopra e per sotto da filosofi, teologi, cantanti, scrittori e cioccapiatti, usata e abusata e che insomma poi chissà cosa è...

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